giovedì 16 novembre 2017

Robot nella letteratura e nel cinema

Anche se ufficialmente la parola “robot” è stata introdotta  un centinaio di anni fa, il suo significato  ha da sempre aperto scenari fantascientifici e animato pagine di libri, opere teatrali, film, fumetti e cartoons. L'origine di questo termine, che deriva del termine ceco "robota" è letteraria. Lo scrittore ceco Karel Capek lo utilizzò per la prima volta.
Nel 1920 il termine "robot" fu utilizzato nel dramma teatrale di Capek: "I robot universali di Rossum" che tradotto nella lingua originale ha il titolo di R.U.R. – "Rossumovi univerzàlnì roboti". I robot che appaiono in R.U.R.  sono realizzati esclusivamente da materia organica e vengono assemblati in una fabbrica su un’isola dell’Oceano creata dal dottore Rossum, scienziato che inventò una sostanza chimica in grado di dar vita alla materia. È stato , successivamente,  il nipote del dottore ad avere la brillante idea di creare robot che lavorassero per gli uomini. I risultati furono molto catastrofici, infatti,  la società fu privata del lavoro e di conseguenza precipitò nel vizio e nell’assenza di dolore, con un conseguente crollo delle nascite,  mentre gli umanoidi, diventati per  errore di progettazione troppo simili agli uomini, si stancano di essere schiavi dell'uomo e si ribellano uccidendo i propri creatori.

Da questo racconto si può capire che  Capek non non vedeva in modo positivo la rivoluzione tecnologica dei robot e dell' intelligenza artificiale, che sta portando gli umanoidi a diventare sempre più simili a noi.
Dopo circa 7 anni dall'uscita del dramma teatrale R.U.R., anche il cinema ha introdotto il  primo uomo-macchina con Hel  di Metropolis, film di Fritz Lang che ha ispirato anche grandi capolavori come Blade Runner e Guerre stellari.
Lang ha ambientato il suo film nel 2026, ovvero cento anni dopo la  produzione del film, ma a soli 8 anni da oggi. Tuttavia  la pensata di prendere i principali caratteri intellettivi di un uomo, nel caso del fim è Maria, e costruire sulla base di questi una macchina, tra 8 anni non sarà poi così lontana dalla realtà grazie allo sviluppo delle intelligenze artificiali.

Altro elemento cardine per la robotica è la raccolta di racconti di Isaac Asimov  "Io, Robot" . Questi racconti sono il fondamento della fantascienza moderna, infatti in essi vengono descritte le 3 leggi della robotica. Isaac era convinto che se una macchina veniva  progettata bene, non avrebbe potuto  mai arrecare  danni agli uomini, sempre se usata in modo corretto. Basandosi su quest'osservazione  formulò le tre leggi della robotica, che ognuno degli umanoidi  rappresentati  nei suoi racconti doveva assolutamente rispettare:
 • Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
• Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
• Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

 Nel 1968 lo scrittore Philip K. Dick pubblicò “Il cacciatore di androidi”. E' romanzo di fantascienza che ha successivamente ispirato il film “Blade Runner” diretto da Ridley Scott nel 1982 che è stato considerato un capolavoro della cinematografia mondiale. Il romanzo di Dick si può anche essere considerato l'ideatore del filone Cyberpunk.
 Il Cyberpunk è una corrente letteraria e artistica nata agli inizi degli '80 del ventesimo secolo. Il nome deriva da cibernetica e punk e fu creato da Bruce Bethke come titolo per il suo racconto Cyberpunk, che pubblicò nel 1983.
Fu William Gibson il più importante scrittore del Cyberpunk, con il romanzo “Negromante” del 1984. Nel 1984, Shaun Hutson pubblicò “Terminator” e nel medesimo anno uscì il film ispirato allo stesso romanzo. Il protagonista è un robot androide interpretato da Arnold Schwarzenegger. Il successo è clamoroso e al primo film ne seguono altri. Il filone fantascientifico va a gonfie vele e nello stesso anno del primo Terminator (1984) esce il film “Dune” tratto da un romanzo di Frank Herbert del 1965. Seguono, a distanza di tempo, due miniserie televisive ispirate alla stesso romanzo: “Dune – Il destino dell’universo” nel 2000 e “I figli di Dune” nel 2003.

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